SITO AGGIORNATO IN DATA 19 FEBBRAIO 2025
Breve storia del CRIVELLO, quindicinale pubblicato a Noicattaro dal 1922 al 1948
Il 1 novembre dell’anno 1922 viene pubblicato il primo numero del Crivello, un quindicinale diretto da Vincenzo Fiorentino e stampato nella sua tipografia a Noicattaro, in Piazza Vitt. Emanuele III, al n. 26. A oggi questo foglio d’informazione locale resta in assoluto il primo giornale edito a Noicattaro.
Il titolo “Crivello” prende il nome da un attrezzo circolare in legno sul cui fondo è fissata una rete metallica: attraverso i piccoli fori della rete i contadini nel periodo della mietitura separavano i chicchi di grano dalla pula con un movimento rotatorio delle braccia. E a similitudine, i redattori del giornale selezionavano gli argomenti più importanti da sottoporre all’attenzione dei lettori.
Il giornale nel primo numero portava sul frontespizio una frase che rivelava lo spirito dei tempi “Al nuovo Governo d’Italia, rinnovatore dello spirito nazionale, ai valorosi militi fascisti il nostro riverente, devoto pensiero di bene”. E ancora più giù nella prima pagina il direttore aggiungeva “Vengo al mondo un po' gracile, ma animato di buona volontà. Non sono un mulo e tanto meno un asino, ma un legittimo rampollo della stampa sana e imparziale”.
Sono questi evidenti riferimenti al primo governo Mussolini insediatosi il 31 ottobre 1922, e la redazione intera del giornale, formata da giovani studenti universitari e da militari reduci della I guerra mondiale, liberali, nazionalisti, socialpopolari, credeva in quel governo per la soluzione della grave crisi economica e politica determinata dalla I Guerra Mondiale.
Il giornale che si definì “antisonnifero e antibiliare” ebbe nei primi tempi una grande diffusione, anche con gli abbonamenti dei numerosi emigrati nojani della città di Cleveland in Usa e dei nojani sparsi sul territorio nazionale. Accanto alle rubriche che curavano la vita quotidiana del paese come le nascite, i matrimoni, le vicende amministrative, gli spettacoli al Teatro Cittadino e i personaggi illustri nojani raccontati da Pasquale Pinto, i redattori si occuparono anche di politica nazionale commentando l’attività del governo Mussolini. Altri argomenti trattati con frequenza erano la costruzione del monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale, i problemi della località di Torrepelosa, così si chiamava allora Torre a Mare, l’edificazione della chiesa della Madonna del Rito e i successi nel campo medico di Nicola Pende. Particolarmente seguita era la rubrica “Gnisepp e Rafaiaele” in vernacolo nojano.
Ma nel numero 22 del 16 novembre 1923, il giornale pubblica in prima pagina l’episodio dell’aggressione al suo direttore in seguito a uno scontro verbale avvenuto con i responsabili del Fascio locale. In quell’ occasione il giornalista commentava negativamente la tendenza violenta e squadrista che era subentrata a Noicattaro, con soggetti che mettendo da parte “gli ideali del bene e grandezza della Patria utilizzavano la camicia nera per dare sfogo ai rancori personali”.
Cambiavano i tempi anche a livello nazionale e Mussolini, per avere il controllo dell’Italia, dispose la censura fascista a limitare la libertà di pensiero e di parola. E così il 16 novembre del 1924, dopo tre anni e 35 numeri pubblicati, il giornale chiuse.
Il Crivello ritornò in edicola il 1 marzo 1946, dopo la caduta del fascismo, e il direttore Vincenzo Fiorentino così tratteggiò il lungo periodo di assenza: “La parentesi fin troppo lunga dei governi dispotici e delle autoritarie amministrazioni podestarili si chiude e il non dimenticato Crivello ritorna a far risentire la sua voce burbera e benefica”. Noicattaro si preparava in questo periodo, come altri paesi in Italia, a democratiche elezioni amministrative e il giornale ospitò la cronaca elettorale con le liste presentate. Ma anche altre situazioni venivano descritte come la costruzione del nuovo Convento Agostiniano nei pressi della Chiesa della Lama e il processo di epurazione diNicola Pende per la sua firma sul Manifesto della Razza.
Nel mese di giugno del 1946 si tenne in Italia il Referendum Costituzionale per la Monarchia o la Repubblica e a Noicattaro la redazione del giornale seguì il dibattito sul voto che registrò per la Monarchia 4632 preferenze contro appena 615 voti per la Repubblica.
Il dott. Sebastiano Tagarelli, assiduo collaboratore, descrisse in diversi numeri di questa annata le trasformazioni della toponomastica nojana e nelle stesse pagine Vittorio Cinquepalmi scriveva di politica estera con riferimento al trattato di Yalta.
Due note culturali sono da attenzionare nei primi mesi del 1947: la fondazione di un circolo culturale universitario dedicato a Nicola Pende e l’inizio dei lavori per la costruzione del cinema Adriatico, finanziato da imprenditori agricoli legati alla coltivazione e commercializzazione dell’uva da tavola.
Alla fine del 1947 la redazione registrava numerosi riferimenti alla grave crisi amministrativa nojana per un disavanzo di bilancio e la pubblicazione dell’elenco dei numerosi cittadini che di tasca propria contribuirono al risanamento.
Il 1948 si apriva così con le dimissioni del sindaco Agostino Dipierro ma anche con una grande nota positiva: l’inaugurazione del grandioso cinema Adriatico, capienza di 1000 posti, costruito dalla ditta Masotti su progetto degli ing.ri Scattarelli e Giacomo Deflorio. Nella prima serata venne proiettata la pellicola “Genoveffa di Brabante”. Il cinema costò agli imprenditori la considerevole somma di 20 milioni di lire.
Intere prime pagine furono dedicate alla campagna elettorale nazionale nel mese di aprile mentre nella cronaca cittadina dettagliati riferimenti descrivevano il progetto per l’apertura della scuola media presso il Convento degli Agostiniani.
L’ultimo numero del giornale porta la data del 15 agosto 1948: in totale ben 98 sono stati i numeri pubblicati e qui riprodotti, che hanno descritto la storia di Noicattaro dal 1922 al 1948, salvo il periodo del ventennio fascista.
Per questo lavoro di collezione devo ringraziare Romano Sorino, Comandante dei Vigili Urbani di Noicattaro, e Nino Desimini, nipote del direttore ed editore Vincenzo Fiorentino.
A costoro, in memoria, dedico la presente pubblicazione.
Un ringraziamento a Mimmo Didonna che ha curato in digitale la versione online.
Cliccando sul titolo si possono consultare le annate del giornale.
Vito Didonna